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Ansia e dintorni

Penso dunque sono

Dal Cogito ergo sum di Cartesio, ne è passata di acqua sotto i ponti, eppure siamo ancora qui, a parlare di pensieri. In quanto esseri umani non possiamo non pensare, e per fortuna direi. Significa che le nostre facoltà mentali funzionano e che il cervello è in costante allenamento. Ma pensare fa sempre bene?

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E se avessimo un secondo cervello nella pancia?

Molte volte sento dire dalle persone che incontro in studio di soffrire di sintomi di tipo gastrointestinale, che apparentemente sembrerebbero esulare l’ambito psichico. Alla domanda fatidica “per caso soffre di mal di pancia o allo stomaco, come la gastrite ad esempio?” nella maggior parte dei casi la risposta è “si, spesso, ormai da molto tempo, e non so più che fare”. Anche tu sei tra queste persone? Ormai hai fatto tutte le visite da tanti specialisti e provato tutti i farmaci da banco. Ogni volta che dico: “forse è dovuto a un periodo di particolare tensione?”, vedo sguardi smarriti, increduli. Purtroppo questo tipo di sintomi sono molto frequenti in situazioni di forte stress, a maggior ragione quando questo è prolungato nel tempo. Problemi al lavoro o nelle relazioni personali mettono a dura prova i nostri due cervelli. Perché due? Perché la natura ci ha dotato di ben due centri nervosi, che dialogano costantemente tra loto: il cervello e l’intestino. Già, come probabilmente sai, il nostro intestino è ricco di cellule nervose che come delle impiegate stacanoviste ricevono e inviano segnali al cervello. Morale della favola? Tendiamo a trasferire e “sfogare” lo stress nell’apparato digerente. Attenzione, ciò non significa che tutti i casi possano essere attribuibili a cause psicologiche. Per prima cosa è bene contattare il proprio medico curante ed eventualmente approfondire con una visita specialistica, se questa non mostra problematiche di origine organica, possiamo ipotizzare che le cause siano da attribuire a quel costante dialogo tra i nostri cervelli. Allora che possiamo fare?

Molte volte sento dire dalle persone che incontro in studio di soffrire di sintomi di tipo gastrointestinale, che apparentemente sembrerebbero esulare l’ambito psichico. Alla domanda fatidica “per caso soffre di mal di pancia o allo stomaco, come la gastrite ad esempio?” nella maggior parte dei casi la risposta è “si, spesso, ormai da molto tempo, e non so più che fare”. Anche tu sei tra queste persone? Ormai hai fatto tutte le visite da tanti specialisti e provato tutti i farmaci da banco. Ogni volta che dico: “forse è dovuto a un periodo di particolare tensione?”, vedo sguardi smarriti, increduli. Purtroppo questo tipo di sintomi sono molto frequenti in situazioni di forte stress, a maggior ragione quando questo è prolungato nel tempo. Problemi al lavoro o nelle relazioni personali mettono a dura prova i nostri due cervelli. Perché due? Perché la natura ci ha dotato di ben due centri nervosi, che dialogano costantemente tra loto: il cervello e l’intestino. Già, come probabilmente sai, il nostro intestino è ricco di cellule nervose che come delle impiegate stacanoviste ricevono e inviano segnali al cervello. Morale della favola? Tendiamo a trasferire e “sfogare” lo stress nell’apparato digerente. Attenzione, ciò non significa che tutti i casi possano essere attribuibili a cause psicologiche. Per prima cosa è bene contattare il proprio medico curante ed eventualmente approfondire con una visita specialistica, se questa non mostra problematiche di origine organica, possiamo ipotizzare che le cause siano da attribuire a quel costante dialogo tra i nostri cervelli. Allora che possiamo fare?

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Nessuno è perfetto

Il difficile legame tra ansia e perfezionismo

Ritieni di avere delle aspettative molto elevate e degli standard severi verso te stesso e gli altri? Bene, probabilmente sei un perfezionista, qualità spesso di grande aiuto nel raggiungimento di obiettivi sia scolastici che lavorativi. Ma a volte si possono avere degli standard di comportamento e aspettative che sono molto difficili, se non impossibili da soddisfare. Ciò può provocare grande senso di frustrazione e influenzare negativamente la nostra vita, sia nel lavoro che nelle relazioni, fino a trasformarsi in un vero e proprio disturbo psicologico. Frequentemente infatti riscontriamo il perfezionismo all’interno di depressione, disturbi d’ansia e del comportamento alimentare, situazioni che, se non affrontate, possono sfociare in gravi quadri psicopatologici.