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Disturbi alimentari

“Non è proprio fame… è più voglia di qualcosa di buono…”

Alzi la mano chi si ricorda di questa frase, che per molti anni ha accompagnato la pubblicità di un famoso cioccolatino. Sicuramente gli addetti ai lavori avevano ben presente il concetto di “fame emotiva”, e noi ci siamo cascati- tutti! Hanno trovato uno slogan che colpisce in pieno il nostro cervello, proprio là dove la percezione della fame nasce e si alimenta. E da lì la voglia irrefrenabile di qualcosa di dolce. Il problema è che questa fame non ha nulla di fisico, non ha come obiettivo quello di sfamarci, ma solo quello di appagare un piacere temporaneo. Quante volte ti capita di aprire la dispensa e fare piazza pulita di schifezze varie? Proprio come nelle dipendenze da sostanze, il cibo ti chiama, sei letteralmente sotto il suo controllo. Mentre mangi, una sensazione di piacere ti travolge, ma attenzione, dura molto poco! E’ proprio questo tipo di fame ad essere alla base delle abbuffate, che se fatte ogni tanto non sono un problema. La situazione degenera invece quando le abbuffate diventano frequenti e vanno ad influenzare negativamente il nostro stato di salute. Impariamo a riconoscere questo nemico invisibile, la fame emotiva:

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Depressione

Giudizi Universali

Come affrontare i sensi di colpa?

Una celebre frase di Sir Walter Scott recita così: “Il processo si svolge con rapidità quando il giudice ha già fissato la sentenza”. Questo, aggiungo io, avviene ancora più in fretta quando giudice e imputato sono la stessa persona, noi! Quante volte ci capita di indossare i panni del giudice severo, rigido, inflessibile, verso noi stessi? Quante volte il senso di colpa ci imprigiona in una gabbia mentale, ci mette alla sbarra e ci processa senza diritto di appello? Nessun avvocato che tenga, neanche il più brillante del foro, potrà salvarci da quella condanna. In fondo non ne abbiamo diritto, gli altri forse sì, ma noi no, non ce lo meritiamo. Le nostre colpe sorpassano i limiti del perdono e della pietà umana. Forse neanche Dio, nel momento del giudizio universale, potrebbe perdonarci. E se non lo fa lui, che diritto ho di farlo io?